Siamo attivist3 sicilian3 e calabresi.
Siamo artist3, viandanti e lavorator3 di settori diversi, con lo stesso ostinato vizio di coltivare il pensiero critico e plurale.
Siamo cittadin3 di territori, quello siciliano e calabrese, (ab)usati da una propaganda governativa che batte, da quasi cent’anni, su un unico chiodo fisso: il ponte sullo Stretto, un oggetto fantastico, avveniristico, salvifico di un meridione indolente.
Siamo quell3 che vivono sulle sponde, gli abitanti di quel confine liquido, che l’antica leggenda vuole funestato dai latrati di Scilla, la creatura marina che fu ninfa e divenne mostro dai denti di cagna e dal corpo tentacolare.
Il ponte che Non vorrei (link alla home), proprio come Scilla, è una creatura ambigua e potente: un contest artistico, un momento di riflessione culturale, un’azione di politica partecipata, l’inizio di una nuova narrazione del Sud, dal Sud.
Il ponte che Non vorrei è il (non) luogo che abbiamo immaginato per dare voce alle nostre voci.
Arricogghiti!
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